lunedì 8 aprile 2019

I nostri commenti

Alla fine del percorso, vi presentiamo i nostri pensieri sul PON "Memor@ndum" di quest'anno. 





Siamo tutti molto contenti del percorso che abbiamo fatto. Da gennaio ad aprile 2019 abbiamo realizzato quattro interviste, scegliendo le domande da fare agli anziani Corilla Barontini, Guido Capecchi, Giulia Nannini e Morello Guidotti, Vilma Mariotti.





Abbiamo poi fatto i cartelloni per la mostra finale e i montato i video da condividere sul blog che hanno creato le professoresse.
Abbiamo anche fatto due uscite: una a Pieve Santo Stefano (AR), al Piccolo Museo del Diario e l'altra a Campotizzoro (PT) al museo della fabbrica SMI e ai rifugi antiaerei sottoterra.


Abbiamo lavorato con le professoresse Francesca Banchini, Giulia Barontini e Silvia Mannelli. 

Speriamo che anche il prossimo anno ci sia un progetto simile a questo per poter partecipare di nuovo.































Grazie per aver viaggiato nel nostro blog!

Uscita al "Piccolo museo del diario", Pieve Santo Stefano

Risultati immagini per saverio tutino archivio dei diariIl 1 aprile 2019  noi ragazzi del PON "Memor@ndum" abbiamo partecipato all'uscita al "Piccolo Museo Del Diario" a Pieve Santo Stefano (Arezzo). Per prima cosa siamo andati all'archivio, dove abbiamo osservato molti diari tra cui quello del signor Saverio Tutino, l'ideatore dell'archivio nel 1984.
Qui troviamo più di 8000 diari, anche molto antichi. Ogni anno viene organizzato un concorso dove chiunque può inviare il suo diario e quello che risulta più originale e interessante viene pubblicato.
Dopo essere stati all'archivio siamo andati al Piccolo Museo del Diario che si trova nell'unico palazzo che non è stato distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale. La guida ci ha raccontato la storia di Mario, un  giovane uomo che si trovò chiuso nel museo quando, nella notte, Saverio andò a perlustrarlo per controllare se i diari fossero in ordine, perché durante la notte si svegliavano e iniziavano a parlare. Questa leggenda ci è stata raccontata per spiegare la nascita del Piccolo Museo del Diario. Nella prima stanza troviamo una grande cassettiera che occupa un'intera parete e dalla quale escono voci e immagini che raccontano alcune storie custodite nei diari.
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Ci ha colpito molto la "stanza del lenzuolo" che contiene una teca con dentro il lenzuolo matrimoniale della signora Clelia Marchi. La donna, dopo la morte del marito, ha scritto sul lenzuolo la storia del loro amore e della vita insieme. Nel centro della stanza si trovano alcuni oggetti "simbolici": avvicinandosi a essi si può ascoltare la narrazione del lenzuolo.
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Un'altra stanza molto bella è quella dedicata al signor Rabito, un uomo analfabeta che solo da anziano ha imparato a scrivere e ha raccontato tutta la sua vita, rinchiudendosi in una stanza per due ore al giorno per molti anni. Non conoscendo l'uso della punteggiatura, se ne serviva per separare le parole. Questo ha reso difficile il lavoro di chi ha dovuto trascrivere il suo racconto.
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Ci è piaciuto il fatto che il museo fosse interattivo. I diari non solo si leggono, ma si possono ascoltare e ciò li rende più interessanti.
Ci aspettavamo un museo più tradizionale e quasi noioso, invece siamo rimasti molto colpiti dalla visita.

RITA PANCONI

PRESENTAZIONE L'INFANZIA LA GUERRA CURIOSITA' L'AMORE ...